"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
clicca sull'immagine qua sotto

martedì 13 novembre 2012


Prove di tre




No, non questo, ma questo,

anche se, in effetti, l’analogia è forte, considerando il fatto che il percorso obbliga praticamente sempre al roaming.

A tre settimane scarse dall’impegno con il trail di casa, che consideravo (e che, nonostante tutto, considero ancora) come il mio appuntamento più importante dell’anno, pesanti dubbi cominciano a farsi largo.
E si sommano alla grande, grandissima, incognita che accompagna “gesta sportive” di questo calibro dal punto di vista fisico, mentale e, perché no, legata al meteo.

La canicola dell’estate appena trascorsa mi ha segato le gambe: il clima torrido che da qualche anno caratterizza le estati del Nord-Est mi fa a malapena camminare, figuriamoci se riesco a correre….
Come l'anno scorso, anche quest’anno ho cercato di trovare una soluzione alla pochezza degli allenamenti estivi, trascorrendo il 13 di Agosto a raggiungere i 1.200 metri di quota del Monte Re (meglio conosciuto con il nome di Monte Nanos), situato in Slovenia, ad una ventina di chilometri dal confine di Stato.





ecco fatto, nell'attesa di osservarlo nella sua consueta veste invernale.

Poca roba, più che altro una fuga dalla Città arroventata; semplicemente una gita, con annessa gratificazione finale: ad ognuno la sua.


Due giorni dopo ricognizione nella parte centrale del sentiero 3, da Zolla di Monrupino a Rupinpiccolo, tre ore per percorrere con calma ed al fresco i boschi sotto il Monte Lanaro, memorizzando i tratti salienti e gli incroci più nascosti.



Ad inizio settembre altri 6 Km, con orzetto, più o meno nella stessa zona, sempre nell’area interessata dal tracciato.


I primi colori dell’autunno, un orzetto “che va” (e come va !!), forte di un’ancora acerba esuberanza giovanile che sul rettilineo finale, ad un chilometro dalla macchina, gli suggerisce di allungare il passo, lanciandomi il guanto di sfida a singolar tenzone.
Chiaramente accetto il, per lui, mal ponderato duello, ed il suo arrivo boccheggiante chiude un piacevolissimo pomeriggio, alternativo alla pista.
CHE SPETTACOLO !!

Tre settimane dopo (però, questo numero tre ricorre un po’ troppo spesso….) altri dodici chilometri da Gropada a Fernetti e ritorno, correndo dove gli incroci me lo permettono, visto che la Guida sono io e devo aspettare la truppa che senza le mie indicazioni si perde.

Su e giù per il Monte dei Pini, andata e ritorno, bellissima zona; bei tratti con sottobosco rado e altissime conifere; single-track o carrareccia ben segnata; nessuno sul percorso….


....beh, quasi nessuno.
 

Sono in avanscoperta, fermo ad uno dei tanti incroci, quando all’improvviso un rumore molto forte mi fa girare da un lato.
Sembra il rumore della pioggia che cade sulle foglie secche, continuo, cadenzato, veloce, intenso….ma di pioggia nemmeno una goccia….ed allora cos’è ??
Mi abbasso un po’ ed aguzzo la vista qualche metro distante da me, sotto i rami degli alberi; il rumore cessa e prende forma un naso nero e rotondo, con attorno a sé tanti peli ispidi, due occhi piccoli e due zanne, forse al pari piccole, ma forse anche no, non lo so, ho preferito non  accertarmene.
Sono riuscito a contare nove cinghialini con mamma al seguito, che appena mi ha scorto ha cambiato direzione, allontanandosi con il rumoroso codazzo.

Poi per tutto Ottobre solo i tratti d’asfalto della ciclabile, con una punta massima di 18 chilometri sullo sterrato della Val Rosandra.
Ecco, sono arrivato al punto: ho corso poco.
Abbastanza per evitare il proliferare della panza, ma decisamente poco per poter dire di essere in forma e per poter affrontare gli stupendi 53 chilometri del Sentiero 3.
Questo è, senza ombra di dubbio, l’amaro rendiconto che la tabella mi restituisce; sui motivi di questi numeri mi riservo di parlare dettagliatamente in seguito.

A tre (e daje con ‘sto tre) settimane dal via dovrei pensare che ormai i giochi sono fatti, che non c’è più possibilità di incrementare il decisamente basso conteggio chilometrico, anche se, tutto sommato, forse forse un “trenta” ci starebbe ancora.

E poi: che tempo farà il 2 Dicembre ??
Il freddo vero non dovrebbe esserci, quantomeno non quello inteso come possibilità di trovare tratti ghiacciati.
Magari, invece, ci fosse una bella giornata fredda, limpida, asciutta, con il sole che si vede, ma che non riesce a scaldare !!
E se dovesse piovere ?? Con quell’umidità che alle sette di mattina ti entra nelle ossa….a farsi 6-7 ore (se va bene) di pioggia e fango….

Non so proprio cosa fare: auspicare che, considerando i pochi chilometri che ho fatto, piova per una settimana di seguito, compresa domenica 2 Dicembre, cosicché rimango sotto il piumone (e me ne dispiacerebbe molto), o sperare nella giornata fredda, per dare libero sfogo alla mia incoscienza ed azzardare “l’impresa”….
Tra non molto lo saprò.