"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
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sabato 14 maggio 2011

Jogging


ovvero come rimettersi on the road

Domenica 8 maggio 2011
16^ Maratonina dei due Castelli

Il pettorale della Maratona che prude nelle mani, due gambe che scalpitano dopo l’antipasto di 8 chilometri del giovedì, due amici pronti a scattare sulla linea di partenza della Gara Regina.
Shakerate questi ingredienti ed aggiungeteci la previsione di una splendida giornata di sole, la Strada Costiera chiusa al traffico, il silenzio, i profumi della natura ed il mare azzurro sotto agli occhi per venti chilometri: si può stare a casa ??
E così sabato 7 maggio, vigilia della, ahimè purtroppo per me, mancata Maratona d’Europa 2011, dopo l’arrivo alla stazione ferroviaria  di Francesco e Roby, decido per il cambio del pettorale e lo trasferisco alla Mezza.
Seguendo i consigli dell’amico Caio che mi invita alla moderazione, con sommo dispiacere, sbavando per non poterli seguire, ma oggettivamente nell’incapacità allo stato attuale di portare a termine una gara di 42 e passa chilometri, dopo due mesi lontano dalla corsa e con tanta ruggine addosso.
Dopo giovedì solo qualche leggero risentimento alle parti doloranti, sopportabilissimo….sarà un test e nulla più.

Arrivo alle 7, col fresco della Domenica mattina, nella Piazza antistante la Stazione ferroviaria per accompagnare Roby ed  attendo il pullman per Duino che partirà alle 8.
Tutto è, chiaramente, pronto per l’evento: strade bloccate, vigilanza agli incroci, transenne per incanalare i runners, personale di servizio che provvede alle ultime sistemazioni.
L’ottimo servizio pullman ci trasferisce tutti alla partenza con un anticipo che definire congruo sarebbe fuori luogo, visto che già prima delle 9 le strade di Duino pullulano di quasi 2.000 paia di A3 e che la partenza non avverrà prima del passaggio della Maratona, stimato un quarto d’ora dopo le 10.
Non sono mai arrivato così presto al via….vorrà dire che ne approfitterò per fare tutto quello stretching che il medico mi ha prescritto per ogni giorno.
In pullman scambio due parole con il runner seduto accanto a me che arriva da Siena; dietro sento altri dialetti, oltre all’inglese ed agli abituali tedesco e sloveno….c’è poco da dire: la stupenda collocazione di questa manifestazione attira gente da ogni parte d’Italia e del Mondo….speriamo la migliorino, anche se questa volta sono stati diversi i lati negativi nel suo svolgimento.

Prima della partenza incontro Silvio, Massimo e Sandro e con loro trascorro molto piacevolmente il lungo intervallo di tempo che ci separa dalla partenza, parlando di scuola, università e lavoro, tra mille risate alla faccia degli assenti e dei loro ridicoli difetti.
Silvio era in classe con me alle Medie, Massimo alle Superiori e poi all’Università, Sandro era più avanti e si è laureato qualche anno prima di me….ragazzi, come passano gli anni….

Poco dopo le 10 transitano i primi della Maratona e finalmente la Maratonina dei due Castelli può partire.
La partenza in salita permette una insolita visuale: è impressionante vedere da dietro la moltitudine di teste sobbalzanti ed il lungo serpentone che si snoda e via via si dirada.
Oggi il tempo finale sarà per me l’ultimo dei problemi, mi sistemo dopo metà gruppo, verso la fine, e lascio andare avanti chi ha ambizioni più serie delle mie.


La mia corsa non riserverà particolari emozioni, anzi, al contrario non sono mai stato così rilassato ad una gara e la mia partecipazione, per onor di firma, ha il significato del puro e semplice divertimento, unito al piacere di transitare sul tracciato di casa che raramente può essere percorso senza il fastidioso e pericoloso traffico, con il grandissimo arrivo in Piazza Unità, unico nel suo genere.
In estrema sintesi, bene i primi dieci chilometri ed affaticato nella seconda metà della gara, come del resto era da aspettarsi dal prolungato periodo di forzata inattività.
Gambe pesantissime da trascinare a causa della muscolatura inesistente, di conseguenza fiato corto perché la fatica raddoppiava e lunghi tratti al passo.
Ma anche gran bel panorama, abbronzatura super, inebriato dall’odore di pino e dai colori della nostra Costiera.
Un morso ad uno spicchio di mela, un sorso d’acqua e lo sforzo finisce dopo 2 ore 22 minuti e qualche secondo, concludendo una gara di fatto mai iniziata ed una piacevole Domenica mattina di jogging.

In piedi, in salute, nel pieno delle mie forze, con lo sguardo proteso in avanti verso nuove avventure da affrontare e da concludere….


sabato 7 maggio 2011

Lo dico sottovoce e con malcelata indifferenza ….

IERI HO CORSO PER 8 KM !!

Ebbene sì, dopo ben due mesi (per l’esattezza 7 settimane e 5 giorni) di dolori e privazioni ieri ho rimesso le scarpette (da trail, ndr) e mi sono fatto il mio bel giro collinare di otto chilometri.
Il Garmin stava facendo la muffa e quando l’ho acceso, trovando a fatica il tasto giusto, sembrava dire :
Chi ?? Io ?? E cosa dovrei fare ??

Mettere insieme i primi passi di corsa è stato stranissimo, mi sembrava di non correre più da una vita.
Procedevo come “sulle uova”, poggiando piano piano i piedi come se fossero di cristallo, nel timore di uno scricchiolio improvviso e di un dolore quasi scontato.
Completamente imballato e rigido, alla ricerca di un equilibrio che sembrava perduto e che stentava a riaffermarsi, ho ripreso fiducia e passo dopo passo mi sono rilassato, attendendo il BIP del primo chilometro.
E avanti sempre più sciolto, respirando di nuovo quella libertà che solo il gesto della corsa sa dare !!
Una piccola fitta al ginocchio, un accenno di dolore al tallone....sopportabile....
Controllando il respiro, ascoltando quello che il corpo mi faceva sentire, senza esagerare, ma con una decisione ed una sicurezza che si andavano via via confermando.

Lentamente, a 6'25"/Km di media, camminando per qualche tratto in salita, ma concludendo il giro di otto chilometri.

ORZOWEI C’E’ !!!!
 

mercoledì 4 maggio 2011

TA di Pasquetta


Sì beh….circa….

L’impulso è stato la giornata festiva da trascorrere all’aperto in famiglia, approfittando dei bellissimi spazi che l’Altipiano carsico sa offrire, per espiare le colpe causate dagli eccessi gastronomici della Pasqua.
Del resto dopo una Quaresima di stenti (ehm), con lunghissimi periodi di prolungato digiuno (ehm), la libertà nei costumi mangerecci porta a non lesinare nel desco delle feste, soffocando il rimorso che ad ogni boccone prova a farsi largo.

Destinazione il Monte Concusso,

modesto rilievo calcareo che con i suoi quasi 700 metri di quota segna il confine orientale del nostro Paese.
Meta oggi di allegre gite, ma che fino a pochi anni or sono costituiva l’inespugnabile baluardo di un’impenetrabile Cortina di Ferro, a poche centinaia di metri dalla porta di casa.


Lasciato il parcheggio, dopo un breve tratto in piano, quasi subito inizia la parte più acclive e si entra in un piacevole tratto boscato.

La pendenza aumenta, ed approfitto per “stretcharmi” il polpaccio sinistro, favorendo così il recupero in seguito agli ultimi inconvenienti avuti.
La primavera si fa strada con forza anche nella dura roccia, e vale la pena godere dello spettacolo che essa offre.


I tratti ombreggiati e quelli assolati si susseguono, mantenendo una temperatura comunque alta, ma che si sopporta senza alcun problema.





Anche perché l’aria sta diventando più fresca ed il cielo si sta oscurando.

La direzione sembra essere quella giusta, ma nutro forti dubbi sulla base cartografica utilizzata….





Il sentiero finalmente spiana ed ora è molto piacevole procedere.



Dopo circa 45 minuti di salita “l’impervia vetta” è raggiunta e nonostante tutto riesco a produrmi in un ultimo, decisivo sforzo (prego notare la caserma di confine sapientemente trasformata in ristorante)

mentre la giusta (e buona) ricompensa ci attende fumante !!




Il ritorno si svolge sotto una leggera pioggia, che comunque non disturba e rinfresca.
Ah dimenticavo, la carta non segnava la strada da percorrere: era semplicemente una mappa del tesoro.