"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
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venerdì 25 marzo 2011

Ma quanti begli allenamenti !!


….mancati….

Si chiude un triste mese di Marzo, iniziato con la Mezza di Gorizia e finito con l’impegnativa per la visita dall’ortopedico.
In mezzo una settimana di relativo benessere, quella dopo la Mezza, seguita da un’altra con fortissimi dolori e la quasi impossibilità alla deambulazione. E questa nella quale il dolore al ginocchio sembra sparito.
MA CHE STRANO !!

Alla mia spiegazione su come si sono svolti i fatti il medico curante, reso edotto del fatto che sono caduto mentre stavo correndo alla misera “velocità” di 5’/Km, non ha saputo far di meglio che strabuzzare gli occhi quando ho trasformato tale grandezza fisica nei 12 Km/h a lui più congeniali ai fini della comprensione, seguito da un “mi no riverìa mai !!” e da una richiesta di radiografia, sospettando un’infrazione alla rotula.
Il referto della radiografia recita testualmente:

Non segni di lesioni ossee traumatiche. Modeste alterazioni artrosiche (EHI, RISPETTO PER I RUNNERS ANZIANI !!) ai capi articolari del compartimento interno. Conservati i rapporti articolari.”

Il medico, quasi deluso della mancata conferma alla sua diagnosi, timbra e firma il foglietto rosso per l’ortopedico, comunque incredulo del fatto che sbattendo a “quella velocità” non ci si frantumi alcunché.
Ed io esco dal suo Studio con un nervoso che mi sale su a mille, e invece di prendere l’autobus per tornare a casa, mi metto a camminare “veloce” fino al lavoro di Orza, per un paio di chilometri….naturalmente aspettandomi fitte al ginocchio, che però non arrivano.
Avverto solo la distensione non perfetta del ginocchio quando la gamba è all’indietro, prima di tornare in avanti.
MA CHE STRANO !!

Il tallone quello sì che mi duole ancora, a fine mese ho l’appuntamento da un altro medico che mi manipolerà la parte per eliminarmi il dolore della autodiagnosticata (ma inequivocabile) spina calcaneare, risultato della fascite plantare (altrettanto autodiagnostica ed inequivocabile) dell’estate scorsa.
Ho trascorso proprio un bel mese di Marzo, ed Aprile non si preannuncia molto diverso….

Tutto questo alla gamba sinistra: dal mio punto di vista era scontato, quella parte funziona sempre male !!

sabato 12 marzo 2011

Odore di campestre


Mattinata vintage.
Prima di oggi, l’ultima frequentazione del Campo di Cologna è del luglio scorso, ripetute brevi a 30° C in preparazione a Venezia.
Il periodo e la temperatura si addicevano poco alla corsa, otto mesi fa, soprattutto non mi stimolavano, contrariamente ad ora, i ricordi di quando, giovane virgulto, calpestavo questi spazi con l’impeto ed i brufoli di un momento evolutivo lungi dal poter essere dichiarato maturo, ancorché prossimo al traguardo della maggiore età.

Competizioni “in altura” con vista a mare, come nelle migliori tradizioni.


La partenza in linea dal centro del campo, allora  coperto solo d'erba, schivando le buche e saltando gli avvallamenti, a raggiungere il lato opposto dove gli accalcati spazi e le strisce bianco-rosse dei nastri obbligavano in un corridoio, restringendo la corsa in un’unica corsia.


Un giro completo esterno alla pista e poi giù, lungo una discesa che i più affrontavano con baldanzosa fiducia nei propri mezzi, inconsapevolmente mal riposta in un’esagerata magnanimità, ignari del fatto che da lì a poco quel tratto avrebbe dovuto essere percorso in salita.



La colonna si sgranava e gli ultimi, ancora nel tratto in discesa, venivano ben presto raggiunti dai primi, ora in salita, veri outsider della specialità.
E così per due volte, due giri completi del campo di atletica e due giri sul tratto sterrato sottostante, a coprire 2.905 lunghissimi metri.

Il cuore pulsava forte nelle tempie e nel collo, con il respiro a tratti stentato....si soffriva in quelle campestri, perché non si sapeva misurare le proprie forze e si dava tutto quello che si aveva in corpo, salvo poi arrivare rantolanti con la generosità e lo sprezzo della fatica che solo l’acerba adolescenza sa concedere.

Sfide già perse prima di iniziare a correre, che si risolvevano immancabilmente a favore dei soliti, pochi, eletti e che lasciavano quell’amaro in bocca che stentava a raddolcirsi, preda di un immaturo quanto malcelato agonismo.


I dolorosi, per ginocchio e tallone, 4.300 metri di oggi, portati a termine ricalcando quelle stesse tracce lasciate più di trent’anni or sono, spingono a pensare che da allora nulla sia cambiato, eccezion fatta per i danni causati dalla Bora.


Soltanto una sopraggiunta ed ormai avanzata maturità, infatti, riduce gli effetti dell’estenuante mediocrità volta a distinguere, ora come allora, risultati valutabili come non più che amatoriali che inducono a riflettere


e, magari nel breve, ad abdicare.


lunedì 7 marzo 2011

33^ Maratonina isontina – Gorizia

Domenica 6 marzo 2011

I fasci luminosi delle prime luci filtrano attraverso le tapparelle.
Guardo l’orologio: 6.45 è presto, dormo ancora un po’.
Mi riappisolo….riapro gli occhi, l’orologio fa le 7.00, ci siamo quasi….
Alle 7.10 suona la sveglia….mi piace svegliarmi così, soffice soffice.

Fra meno di due ore e mezza si corre a Gorizia: che faccio ??
Due giorni di unguento miracoloso

mi hanno levato il grosso dei dolori al ginocchio, il disturbo è ancora presente, ma sembra un altro mondo.
….mi alzo - non mi alzo - mi alzo - non mi alzo….
Orzo, a chi vorresti raccontarla: ieri sera sei stato venti minuti a raddrizzare quel numero sulla canottiera prima di spillarlo, tu e la tua mania della perfezione….E LEVATI QUELLA BAVA DALLA BOCCA !!
Beh, in effetti il chip devo restituirlo, a Gorizia ci devo andare comunque….firulì firulà….

Alle 8.30 sono in macchina, devo fare solo 40 Km e ci sono.
La serata di ieri prometteva bene come previsioni meteo: il viaggio di ritorno da Gorizia, dopo aver ritirato il pettorale, si è svolto sotto un cielo zeppo di stelle che nei tratti di strada non illuminati artificialmente risplendeva di luce eterea, con la volta celeste dipinta di bianco.
Ed infatti le prime ore della mattina confermano le previsioni, la vista dalla Strada Costiera spazia fin’oltre Grado e la bassa inclinazione dei raggi solari permette alla sabbia della costa isontina di accendersi di un color senape intenso.
Incrocio tanti runners già all’opera; all’altezza della Galleria Naturale, a 15 chilometri dal Centro, passo l’ultimo, che corre in direzione Monfalcone: “sono con te, amico, buone corse !!”
Mangio una barretta….il tratto di superstrada fino al Lisert, il Vallone e sono arrivato.

Appena in tempo, sono tutti già schierati sotto al gonfiabile.
Lo speaker annuncia un minuto di silenzio per il nostro Soldato caduto in Afghanistan nell’adempimento del dovere, riposi in pace….mi piazzo in fondo e dopo pochi minuti si parte.


E’ un vero e proprio esperimento, questo di oggi, e del resto con soli 53 Km percorsi in Febbraio ed un ginocchio che fino a due giorni fa piegavo a fatica non potrebbe essere diversamente.
Le impressioni alla partenza sono stranamente buone, nessun dolore particolarmente forte, una buona mobilità articolare e, neanche a dirlo, una gran voglia di correre.
In tutta scioltezza lascio così andare le gambe e godo di quel senso di libertà che solo la corsa sa dare. Non me ne sto ancora rendendo conto, ma ho cominciato una lunga serie di sorpassi.

I rettilinei dei primi chilometri lasciano il posto ai repentini cambi di direzione presenti nella prima parte in territorio sloveno ed il ginocchio inizia a risentirne.
Rallento gradatamente l’andatura, finchè al 10° sono costretto a ridurre drasticamente.
Ora corro male, appoggio il piede a fatica e si rifà anche vivo il forte dolore sotto al tallone che mi tiro dietro da inizio anno.
E adesso ??
E ADESSO COSA ?? IL RITIRO NON E’ CONTEMPLATO, STRINGI I DENTI E VAI AVANTI !!
OPPURE PENSI DI INDOSSARE LA MAGLIETTA UFFICIALE DELLA GARA SENZA AVERLA CORSA, INDEGNAMENTE ??

Sarebbe un peccato, vista anche la bella personalizzazione….

va bene va bene, ma non aspettiamoci miracoli….

La corsa è sempre più lenta ed i tratti di cammino intervengono sempre prima.
Al 15°, mentre sto camminando, mi raggiunge Paola, moglie del mio amico Claudio, che mi grida di riprendere a correre. Grazie Paola !!
Facciamo insieme un paio di chilometri, poi devo rimettermi a camminare; lei finirà sotto le due ore, era da tanto che cercava questo risultato. Complimenti !!

Beh, adesso però gli ultimi due li corri !!



Farò il possibile, ma non assicuro niente.
Il dolore al tallone non mi dà tregua, ma riesco ad allungare un po’….si lascia il tratto di campagna e si entra in Città, ancora cambiamenti di direzione ed adesso anche saliscendi, che nei tratti in discesa si fanno sentire molto sul ginocchio.
Arrivo finalmente al rettilineo finale….scorgo Paola e Claudio, subito dopo il traguardo, e sento le loro grida di incitamento….ormai ci sono.
Real time 2h 4’ 36”, per quello che può valere.
Per me è stato già un successo arrivare alla fine, visto che, parafrasando dei versi di mazziniana (cantante, non statista) memoria, l'importante è finire.


Adesso sono proprio curioso di vedere quanto dovrò pagare nei prossimi giorni per queste due ore di corsa….però non si può correre così, leva il bello della corsa….