"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
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venerdì 26 novembre 2010

Un anno di corsa – il bilancio

A conclusione del calendario di gare che per quest’ anno mi sono programmato sento di dover trarre un piccolo bilancio della mia attività.
Sono trascorsi quattordici mesi da quando, a fine agosto 2009, riprendevo con le prime finte corse un’attività sportiva ormai profondamente inserita nei meandri del dimenticatoio ed iniziavo così la mia seconda vita da runner.
Sulle prime l’idea non mi faceva gioire: si sa, lo sforzo fisico degli inizi non appaga, il corpo deve ritrovare l’armonia dei movimenti e non è facile conciliare il tempo dedicato alla corsa con l’inevitabile fatica che ne consegue.

Ma gli obiettivi sono ambiziosi, e dopo poche settimane i progressivi miglioramenti cancellano gli sforzi necessari per ottenerli: il desiderio di correre la mia prima Maratona, passando per la mia prima Mezza; l’eccitazione nel rimettere un pettorale, ricordi dell’adolescenza; la fatica della preparazione per la Maratona e l’emozione nel vedere aumentare i chilometri percorsi; la gioia, la grandissima gioia nel passare quel traguardo così tanto sognato, desiderato ed atteso, il Mito della Maratona; la faticosa preparazione della seconda gara sulla distanza Regina, con le temperature agostane.

Da gennaio di quest’anno ho portato a termine quattro mezze Maratone (Medea, Gorizia, Aurisina, Palmanova, la quinta viene ridotta dall’Organizzazione a poco più di 11 Km) e due Maratone (Trieste e Venezia) .
Ho migliorato i tempi ad ogni gara; nessuno ritiro; uno stato di forma in crescendo….questi i dati sportivi, forse sterili per qualcuno, di poco conto per altri.
E questo, invece, il lato umano-salutistico di questa attività:
otto chili di peso in meno in un anno; la sensazione di essere ringiovanito; il piacere di conoscere nuovi amici durante gli allenamenti e le manifestazioni sportive; la condivisione di fatiche e risultati con i propri simili; gli incontri reali partendo da comunicazioni virtuali, tali sono quelle via web; la consapevolezza che nonostante l’età sia più vicina ai 50 che ai 40 nulla sia precluso, nemmeno le nuove mete che l’ingordigia dei risultati ottenuti propone, malgrado gli impegni e le responsabilità dell’età.

La corsa….uno degli atti più naturali che l’essere umano abbia insito in sé; come mangiare e bere, camminare, amare, odiare….
Gli uni positivi, gli altri da evitare, la corsa da vivere.
Da vivere con la gioia di poterlo fare, pensando a chi non è così fortunato; con il giusto livello di impegno per farci star bene e per migliorarci; con la consapevolezza di compiere un atto giusto nei confronti del proprio fisico e del suo mantenimento ottimale; con la felicità nel ritrovare amici e con loro condividere quelle ultime, dannate centinaia di metri che ancora mancano per portare a termine le nostre memorabili gesta atletiche.
Quel “forza !!”, quella mano sulla spalla, quell’incoraggiamento che arriva anche dallo sconosciuto che, durante le gare, sta ai lati della strada e in un misto tra invidia ed incomprensione partecipa attivamente alla tua fatica e te la rende meno pesante; la condivisione in famiglia dei piccoli risultati e delle grandi soddisfazioni….

Ecco, questo è il mio anno di corsa, un anno vissuto, dal lato sportivo, intensamente, tra dolori fisici causati dal volere troppo ed aspettative di miglioramento e risultati che, come sempre quando si affronta un’attività con serietà ed impegno, non tardano ad arrivare.
Tutto nella mia scala, ovviamente….non sono un professionista.

Un sentito ringraziamento a tutti quelli che mi hanno supportato e che continueranno a farlo.


martedì 23 novembre 2010

8^ Mezza Maratona Città di Palmanova
Domenica 21 novembre 2010


Senza infamia e senza lode.
Avrebbe potuto essere un’ottima occasione per dare un bel taglio al mio tempo sulla Mezza, il percorso si prestava e le condizioni climatiche anche, ma evidentemente la giornata non era quella giusta.
O meglio, il miglioramento c’è stato, ma le aspettative erano decisamente diverse.

In un’uggiosa mattinata autunnale, con previsioni meteo che avrebbero potuto mettere in dubbio la tenuta dell’Arca, parte la gara.
Nella maestosità della Piazza Grande di Palmanova la lunga fila di runners si avvicina alla Porta Cividale scorrendo veloce, molto veloce, anche troppo per quelli che come me fanno la vaccata di partire poco prima della linea di partenza, tra le prime posizioni.
Il risultato è che se non vuoi essere travolto da orde di runners inferociti che, pugnale tra i denti, guadagnano metri su metri, devi per forza correre veloce, più veloce di quello che ti sta dietro.
I primi tre chilometri a 4’40”/Km, sotto ai 5’/Km fino all’8°….Paul Tergat sarebbe orgoglioso di cotanto figlio….occhei occhei stavo scherzando, torniamo indietro e ripartiamo….troppo, decisamente troppo per le mie attuali possibilità, ma tant’è….adesso il problema è tenere fino alla fine.

Approfitto del ristoro al Km 8,5 (strana misura) ed agguanto un bicchiere di thè caldo che bevo camminando e che mi fa risorgere a nuova vita; ma nonostante tutto un primo crollo è alle porte e corro il 9° in 5’29”.

Al passaggio al 10° non posso non pensare alla mia prima gara sulla Mezza, corsa a qualche chilometro da qui, quando in estrema scioltezza passai la stessa distanza in 53 minuti, un tempo superiore a quello di oggi di 3 minuti.
Non nego di essere un po’ più “preso” di allora, ma tutto sommato la scioltezza che ora vivo non ha niente da invidiare a quella provata in quella mattinata dello scorso gennaio, almeno fino a questo punto della gara.

Nonostante questa parte dell’estesa pianura friulana si presti molto alle piacevolezze della corsa, riservando panoramiche su vasti prati verdi in aperta campagna, assenza totale di rumori di motori, nubi basse e montagne innevate sullo sfondo, oggi la testa non ne vuole proprio sapere di coadiuvare il mio sforzo fisico.
Ho grande difficoltà di concentrazione e mi dà fastidio tutto: quelli che mi passano troppo vicino, quelli che ridono sguaiatamente mentre corrono, quelli che mi superano e si piazzano appena davanti ai piedi….in più fatico tanto, una spossatezza generale mi pervade.
Recito il mantra del giorno:
respiro-passo-concentrazione, respiro-passo-concentrazione; lasciali stare e non ascoltarli; sguardo basso tre metri davanti a te; contorni sfocati ai lati del campo visivo, niente di interessante…. respiro-passo-concentrazione, respiro-passo-concentrazione.




















La mia azione riprende un po’ di tono, anche se i tempi dei chilometri successivi, fino al 14°, sono destinati ad aumentare, complice anche un leggero tratto in falsopiano: 5’12” – 5’16” – 5’20” – 5’24”.
Mi balena l’idea di abbandonare la gara, quantomeno di camminare.
Riprendo il mantra….rischio scongiurato.

Non male i successivi tre chilometri fino al 17°: 5’11” - 5’20” - 5’11”, ma l’energia è agli sgoccioli, sento che sono davvero al limite, corro male, con le gambe imballate e un forte dolore alla pianta del piede sinistro inizia a farsi sentire.
In una mattinata con circa 10 gradi e con valori di umidità al 90% riesco persino a soffrire il caldo.

Il 18° chilometro in 5’33” è interminabile, ogni volta che guardo il Garmin il risultato non cambia: distanza percorsa 18,30 Km; distanza percorsa 18,50 Km; distanza percorsa 18,80 Km….ETERNO !!
Il pacer dell’ora e cinquanta mi passa, provo a stargli dietro, ma le scarpe sono incollate all’asfalto ed i palloncini si allontanano, diventando sempre più piccoli….addio sogni di gloria….
Il 19° in 5’41” prelude al crollo ed il 20° in 5’56” fa male, tanto male !!
Dai basta, fermati, ritirati !!”….quante volte ho pensato di dare ascolto a questa vocina che mi girava per la testa….

Il cartello dell’ultimo chilometro mi comunica che la mia sofferenza sta per terminare: non nego che in questo momento una tale notifica, di per sé irrilevante, assurge a notizia del giorno.
Ormai in stato di trance (quasi), con giramenti di testa (questi sì, davvero), il corpo è animato di moto proprio e l’intelletto controlla a malapena la muscolatura dello sfintere, permettendomi tuttavia di proseguire in una faticosissima quanto stentata corsa e scongiurando accadimenti contrari alla pubblica decenza, ancorché involontari.
Ma ormai ci sono, con uno scatto d’orgoglio e stringendo le chiappe riprendo vigore ed accelero portando a termine il 21° in 5’10”, con gli ultimi 100 metri a 4’46”/Km, dando fondo all’ultima decina di chilocalorie disponibile.

A 300 metri dall’arrivo Claudio, che ha tagliato il traguardo più di venticinque minuti prima, mi corre incontro e mi affianca:
- “Come và ??
- (con un filo di voce) “Sono cotto !!”
- “Come ??
- (provando a voce più alta) “Sono cotto !!”
- FORZA !!
L’amichevole pacca sulla spalla destra avrebbe potuto essermi fatale, barcollo ed inizio un moto ondulatorio che per puro caso non entra in risonanza con il moto rettilineo della corsa….ho rischiato grosso, ma la risultante longitudinale delle due forze mi consente di proseguire comunque fin oltre al gonfiabile.

Pochi metri dopo il traguardo mi avvicino alla transenna, appoggio gli avambracci e chinandomi sistemo la fronte sul dorso delle mani, in un’estasi degna delle peggiori sostanze psicotrope in vendita al mercato nero.
Un tenero “ papà ?? mi risistema nella giusta collocazione spazio-temporale ed una provvidenziale bottiglia d’acqua mi restituisce mezzo litro di liquidi.
Sono sicuro di aver dato tutto, ma proprio tutto.

Real time: 1h50’02”, amaro PB che mi nega la gioia di scendere sotto i 110 minuti.
Pago un’improvvida partenza, esageratamente veloce, una pessima condotta di gara ed un’andatura comunque troppo sostenuta nella prima metà del percorso che mi ha impedito la logica progressione.

Senza infamia e senza lode.


Con un filo di rammarico….e con tanta stanchezza.