"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
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venerdì 29 ottobre 2010

25^ Maratona di Venezia
Domenica 24 ottobre 2010

 
Nella totale pazzia che molto spesso pervade i miei tessuti cerebro-spinali e delle innumerevoli scelte dissennate che ne conseguono, questa non è che l’ultima della serie.
Mi sono iscritto alla Maratona di Venezia ad aprile scorso, prima ancora di correre il 2 maggio la Maratona di Trieste, la mia prima.
Della serie, ancora non so se ce la farò a fare una Maratona, ma intanto, in attesa di Trieste, mi iscrivo anche a quella di Venezia….NO COMMENT….
Pur seguendo una tabella di Pizzolato, o meglio facendo finta di seguirla, non posso dire di essermi preparato alla bisogna, complici anche dei dolori ad un ginocchio, alternati a fascite plantare, durati un paio di settimane, ed un caldo che quest’estate mi toglieva le forze: preparare una Maratona per ottobre significa cominciare con i lunghi ad agosto.
E poi, pazzia per pazzia, mi sono detto: “ E perché non provare stavolta a scendere sotto alle quattro ore ?? La tabella è quella giusta, impegno forza e coraggio….e che ci vuole ??“
Risposta: forse ci vuole un impegno ancora maggiore, un’altra età, ma soprattutto più esperienza specifica sulla distanza.

 
E si và quindi di allenamenti.
Finito con Trieste, lascio passare un mese e con i primi di giugno si ricomincia.
Tabella articolata su diciotto settimane, cinque allenamenti per settimana per un totale di novanta uscite.
Così come l’inizio di ogni dieta, quando i buoni intendimenti la fanno da padrone, anche le tabelle degli allenamenti vengono seguite pedissequamente nelle loro fasi iniziali, salvo poi, all’evenienza, modificarle a proprio piacimento o secondo necessità.
L’acquisto delle scarpe da trail e la frescura, peraltro relativa, della quale si può godere tra luglio ed agosto nei boschi dell’altipiano carsico mi hanno spinto ad inventare allenamenti alternativi alla triste “pista” ed alla infame, puzzolente, pericolosa “strada”….e cosa c’è di meglio di correre tra i boschi !!
La volontà di fare i compiti come un bravo bambino non mi è comunque mancata e più volte ho cercato di recuperare allenamenti saltati: ad esempio domenica 8 agosto mi sono fatto una bella doppietta, con 18 chilometri di strada al mattino e 8,3 chilometri di collinare al pomeriggio.
Ripetute in salita le prime settimane, si continua con le ripetute brevi in pista, a fine agosto due belle corsette intorno ai laghi in Austria….sì, va bè, ma con 59 allenamenti fatti su 90 da fare, cioè con una percentuale di lavoro portato a termine pari al 65,5 %, si può correre una Maratona ??
SI PUO’ SI PUO’, E SI FARA’ !!
E’ già chiaro, però, che gli obbiettivi andranno rivisti e che bisognerà sostituire le velleitarie ambizioni cronometriche con altre che, auspicabilmente, mi consentano di passare la linea del traguardo con le mie gambe ed in buoni condizioni fisiche (e mentali) e, se possibile, non peggiorando di troppo il tempo della Maratona di Trieste.
Del resto, con due soli lunghissimi, un 34K fatto a tratti camminando ed il 36K del 7 ottobre, diciassette giorni prima della Maratona, anche questo in parte camminando, terminato in 4 ore e 6 minuti….maddove vuoi andare orzo, se la matematica non è un’opinione (come non lo è) per farne 42 impiegheresti ben che ti vada ancora un’altra mezz’ora in più….e si andrebbe a finirla in 4 ore e 40 minuti….
Non ci mancava che la Bora e la pioggia dell’ultima settimana di preparazione per “concludere in gloria”.
Ma nonostante tutto nella mia incoscienza mi sento moderatamente ottimista, forte anche dell’Euromarathon (o meglio di quello che rimaneva) corsa il 19 settembre a 5’/km, e della Mezza di Aurisina del 3 ottobre nella quale ho tenuto il RM come da programma, concludendo con un allungo di due chilometri e con gambe ottimamente reattive.
Un’altra cosa che mi fa ben sperare è il superamento di una crisi di crampi nel 36K durata per quattro chilometri e l’allungo a 5’20”/Km (RM – 15”) per il chilometro finale del lungo.
Diciamo che posso ancora giocarmela.

Arriva il 23 ottobre, vigilia della gara.


All’Exposport ritiro il pettorale e quello che l’Organizzazione ha voluto, con un eufemismo, chiamare pacco gara, ma che di fatto molto più si avvicina al risultato di un’asta di beneficenza parrocchiale, visti i contenuti.
Evidentemente gli sponsor (e che sponsor !!) stanno vivendo momenti di profonda crisi economica, visto che Asics nulla ha potuto più che una dozzinale maglietta in cotone, e che il Banco San Marco è riuscito unicamente a far dono di un interessantissimo ciondolo portachiavi da appendere al collo.
Il Casinò di Venezia, ancorché indelebilmente impresso sulla manica sinistra della favolosa maglia, non mi risulta, invece, sia riuscito a sostenere una spesa, nemmeno piccola, affinché lo si ricordi volentieri; a meno che non si sia prodigato, con immenso sacrificio economico, a procurare la preziosa bustina di salviettine profumate presente nel pacco, nel qual caso ringraziamo.
Pacco: mai nome fu più veritiero; in effetti stiamo parlando SOLO della 25^ Edizione della Maratona di Venezia, con tanto di logo Anniversary edition….
La mattina della gara a casa dell’amico Luigi, che mi ha molto gentilmente ospitato, sveglia alle 5, colazione veloce e treno per Mestre, da dove la navetta ci carica con destinazione Villa Pisani a Strà, punto di partenza della Maratona.
 

L’affluenza di runner è assolutamente grandiosa e l’organizzazione semplicemente schifosa, tanto è vero che in mancanza di un numero sufficiente di bagni chimici l’unica alternativa è la muratura della Villa, che senza soluzione di continuità si tappezza di runner e che probabilmente, per gli anni a venire, patirà di corrosione alla base.
Qualche decina di minuti prima del via accade quello che ha mosso me e tanti altri amici virtuali nella decisione di correre questa Maratona: il Raduno Runningforum.
Quando, nei giorni precedenti, qualcuno di noi temeva di non trovarsi, vista la folla, la soluzione era univoca: “Appena vedi due treccine bionde sotto una bandana rossa hai trovato Heidy e sei arrivato !!”
 

Sono finalmente riuscito a dare un volto ed una voce a tante entità “astratte” che fino a quel momento avevo visto solo in foto.


Che bello conoscerli di persona !! Tali e quali come li immaginavo !!


MITICI !!

Manca ormai poco e con Foia, altro forumendolo conosciuto il giorno precedente, mi avvicino alla gabbia di partenza: abbiamo tempi simili sulla Mezza ed anche sulla Maratona e decidiamo di affrontare insieme questa sfida.

I primi chilometri scorrono senza particolari note di rilievo, cercando lo spazio necessario alla corsa e zigzagando per evitare di intralciarsi, più o meno fino al 9° chilometro.
C’è tanta gente lungo la Riviera del Brenta, in strada, affacciati ai balconi, giovani, vecchi….tutti ugualmente calorosi con i runner e il loro incitamento è di grande aiuto.
Non manca la nota di colore fornita dalle tante orchestrine ai lati della strada e dall’imbarcazione che fa il giro turistico del Brenta, anche se, tutto sommato, forse si è un po’ esagerato con i volumi degli strumenti; se, allo stesso modo, gli occupanti dell’imbarcazione avessero evitato di utilizzare le snervanti vuvuzelas, ma avessero solo gridato ed applaudito sarebbe stato decisamente meglio.
Sono molto concentrato sulla mia corsa, voglio evitare di strafare per spendere inutilmente le energie e per questo cerco di mantenere un’andatura costante.
Procediamo affiancati ed estremamente regolari, con gli sguardi molto spesso rivolti ai Garmin per seguire la tabella di marcia che ci siamo preposti.
Foia ha sul display la velocità istantanea, io controllo quella media.
Ogni tanto lui scappa, preso dalle orchestrine che filma con il suo iPod, altre volte allungo io, ed è lui a richiamarmi all’ordine: abbiamo un’economia di corsa ottimale, procediamo a 5'35"-5'40"/Km.
Da subito, dalla partenza, l’elevato tasso di umidità presente nell’aria comincia a darmi fastidio alle prime vie respiratorie, tanto da avvertire molto freddo sul petto, subito sotto al collo e fastidio alla gola.
Questo inconveniente mi provoca un respiro pesante e per questo motivo faccio in modo di parlare il meno possibile con Foia.
Al 20° “faccio merenda” e succhio uno dei due gel che mi sono portato, avvisando Foia che dal 25° ho intenzione di bere con calma camminando.
Ho difficoltà a bere in corsa dalle bottigliette d’acqua, non faccio altro che bagnarmi ed un ristoro effettuato in questi termini non ha logica.





Gli faccio anche sapere che molto probabilmente procederò con lo stesso passo, senza allungare, riservando le ultime energie per il finale.
Comincio ad avvertire i primi segni di una stanchezza arrivata un pò troppo presto, ma che avevo messo in conto, visto come si sta portando a termine l’impegno: i riscontri cronometrici sono sempre in anticipo di circa un minuto rispetto alla tabella di marcia e la media risulta, di conseguenza, più elevata del previsto: passiamo il 25° esattamente al tempo previsto in tabella, spaccando il secondo.
Comincio inoltre ad avvertire dei disturbi ai polpacci.

Così al ristoro del 25°, tra Mestre e Marghera, io bevo camminando e lui prosegue di corsa.







Terminata la zona industriale le strade si ripopolano di gente e ricompaiono viali alberati: veramente caldissimo e spettacolare il passaggio in Piazza Ferretto a Mestre.



Un piacevolissimo tratto in discesa conduce in un lungo sottopassaggio: per la prima volta in due ore riesco finalmente a sciogliere un po’ le gambe. Il segnale del Garmin si perde e con uno strappetto si ritorna in superficie.
Con un lungo ponte pedonale sospeso su tiranti si attraversa un trafficato tratto stradale, arrivando al Parco San Giuliano ed ai suoi saliscendi e ghirigori.


In una delle tante curve e controcurve che il fantasioso tracciatore ha inventato rivedo Foia, ho appena passato il 32°, lui è circa 500 metri più avanti: alziamo la mano per salutarci.
Si esce dal parco e ricomincia un lungo tratto di zona industriale, prologo ai 4 chilometri del Ponte della Libertà.
Ed eccolo il Ponte, quattro chilometri di strada dritta sparata pochi metri sopra il mare, con nel centro la linea ferroviaria. E sullo sfondo Venezia, che adesso si può scorgere.

Dal 30° ho iniziato una specie di conto alla rovescia: mancano dodici chilometri.
Dodici chilometri….lunedì scorso hai fatto dodici chilometri a Barcola, con la Bora che ogni tanto soffiava a raffiche sugli 80-100 Km/h….cosa vuoi che sia….se lo hai fatto con la Bora, a tratti anche contraria, puoi farlo anche adesso.
CLR, ricordi ?? Così impedisci ai crampi, che stanno cercando di farsi sentire, di averla vinta.
Non serve accelerare, continua così, costante, ma non mollare !! non fermarti !! se ti fermi e cammini le gambe ti si bloccano e non ti muovi più !!
Al 33°, sull’ennesima salitina, passo Marco in difficoltà.
“Forza, mancano 9 chilometri !! E’ come farsi tre volte su e giù dal capolinea del 6 al Bivio”….provo ad incitarlo, ma è dolorante.

Il 35° è in pieno Ponte della Libertà.
Attorno a me c’è tanta gente, altri runner che fanno del loro meglio.
Molti sono fermi, tantissimi camminano, qualcuno si stira i muscoli delle gambe stando appoggiato al parapetto, uno addirittura è steso a terra con una gamba alzata e tirata da personale dell’ambulanza.
Ma non voglio cedere, non voglio mettermi a camminare, so che se lo facessi sentirei ancora più forti i dolori alle gambe.
C’è molta gente, ma mi sembra di essere solo, solo con i miei pensieri e con “loro” che mi parlano da lassù per tenermi compagnia e per distrarmi. E per farmi forza.

Ormai proseguo per inerzia, le gambe vanno perché glielo comanda la mente e solo grazie a lei riesco a continuare.


Al 40° la signora dietro al banco del ristoro ci incita: “ Due chilometri” – dice - “ ormai siete arrivati !! ….e godetevela tutta, ve la meritate !!”
Sembrerà strano, ma a sentirglielo dire mi sento sollevato, sento che sto portando a termine la mia personale Impresa.
Ed adesso comincia la parte più bella, si corre in riva al Mare, in un bagno di folla, su e giù per i ponti.













Adesso non soffro più, non ne ho il tempo, devo correre in salita sul legno con il quale sono stati ricoperti i ponti e fare attenzione ai tratti in discesa, temo di scivolare sul legno bagnato.


















 
Il ponte di barche sul Canal Grande è uno spettacolo, si muove quel minimo per darmi un pò di rimbalzo che mi fa correre più agevolmente.


Il passaggio davanti a Piazza San Marco è grandioso, indimenticabile: rallento volutamente e mi giro di lato per gustarmi la Piazza ed il boato che la folla al suo interno diffonde.
14 ponti….gli ultimi tre sembrano invalicabili, ma dopo l’ultimo vedo il traguardo e raschiando il fondo del barile riesco a trovare le ultime energie per allungare fino ad oltre quella sottile linea che separa le persone qualsiasi dal finisher della Gara regina.
 
Qualche metro dopo il traguardo sto per lasciarmi andare in un misto di stanchezza, gioia e liberazione: sento che gli occhi stanno gonfiandosi di lacrime.
Incrocio però lo sguardo truce di una compita signora che mi riporta alla realtà.
Con il telo termico sulle spalle cammino lentamente in direzione di quella che avrebbe dovuto essere una doccia, ma che in realtà si rivela una cascata di acqua ghiacciata….tanta disorganizzazione e logistica inesistente, non credo che mi vedranno di nuovo.
Tralasciando l’utopistico traguardo delle quattro ore, devo dire che è andata meglio di quanto potessi oggettivamente sperare: 4h12’58”, ho migliorato da maggio, dalla mia prima Maratona, di ben 15 minuti.
Ma, Signore e Signori, questa Maratona me la sono corsa tutta, dall’inizio alla fine senza camminare eccezion fatta per i quattro ristori dei 25-30-35-40, nei quali per riuscire a bere dai bicchieri ho fatto un paio di metri al passo.
Adesso il muro delle quattro ore non è più così lontano, ed i dodici minuti che devo limare mi sembrano poca cosa, “ il leone ruggirà ancora ” (no, meglio “ l’ariete abbatterà il muro ”, mi aiuta anche lo zodiaco).
Un’ultima riflessione: ma il signor Filippide, quel giorno di tanti anni fa, non poteva stare un po’ al bar con gli amici, anziché mettersi ad inventare ‘sta tortura ??









12 commenti:

  1. Che bel post, che emozioni mi hai fatto rivivere. Un anno fa ero anch'io lì a Venezia.... e non pensavo di farcela.
    Complimenti maratoneta!
    A presto (spero).

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  2. Grazie Ale !!
    Forza e coraggio, che el mal xè de passaggio !!

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  3. Complimenti per il notevole miglioramento!!
    Quale la prossima?
    Buone corse ;-)

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  4. Grazie Valentina !!
    La prossima la corro in casa anche se, a dire il vero, non ho proprio ancora del tutto deciso....

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  5. Ri-complimenti!
    Bel post e bella scelta di foto!!!
    E bellissima gara!!!

    Allora fai Palma?

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  6. Ri-grazie !!
    Post leggermente modificato in qualche sua sfumatura; foto....;)
    Palma = obbligatorio
    :)

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  7. s'è corso quasi insieme, a saperlo... beh già che sto nella foto ti lascio un saluto! ;)

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  8. Grazie per il saluto, che contraccambio.
    Mi ha fatto piacere conoscerti, romanaccio !!
    ;)

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  9. Ho rivissuto i miei primi passi: prima TS, poi VE. Belle strade, belle parole e... a conoscerci presto!

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  10. Sarà un vero piacere, Caio !!
    ;)

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  11. Ciao, beh, come mi dicevi al TA del carso isontino... peccato per l'organizzazione carente!!!! Si spendono un sacco di soldi per partecipare a queste gare, e poi non si hanno nemmeno i gabinetti... mah.... forse la maratona di Venezia è più un business che una gara di corsa... Credo che rimanga comunque la positività di una giornata in compagnia e di aver tagliato il traguardo, no? :-) Saluti, alla prossima, Davide

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  12. Ciao Davide, benvenuto in questo mio spazio !!
    Purtroppo è vero, questa Maratona è un businnes più che una gara: non devono farsi più di tanta pubblicità, avranno sempre "clienti" disposti a tutto pur di correre a Venezia....pero è triste y umiliante....
    Al di là di tutto, comunque, è stata una bellissima esperienza, e la Maratona è la Maratona....

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